Salute e sicurezza sul lavoro: l’Italia nel panorama internazionale

Salute e sicurezza sul lavoro: l’Italia nel panorama internazionale

A cura di Barbara Fumai

Lo scorso 3 luglio, il Parlamento italiano ha ratificato le Convenzioni dell’OIL – Organizzazione Internazionale del Lavoro – Agenzia specializzata delle Nazioni Unite sui temi del lavoro e delle politiche sociali, in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Si tratta, in particolare, della Convenzione n. 155 del 1981, con il relativo Protocollo del 2002, e della Convenzione n. 187 del 2006.
Il legislatore italiano è intervenuto a distanza di 42 anni dalla promulgazione della prima Convenzione che, nel 1981, ha delineato il principio della prevenzione come cardine del sistema di salute e sicurezza sul lavoro. Tale Convenzione ha l’obiettivo di favorire una politica nazionale che consenta il monitoraggio e la costante revisione del sistema di prevenzione, finalizzati all’attuazione e all’aggiornamento delle misure di salute e sicurezza previste. La Convenzione richiede, in particolare, ai singoli Stati di tratteggiare un quadro coerente di leggi, regolamenti e buone pratiche per l’utilizzo di macchinari, attrezzature e sostanze nocive, anche attraverso la cooperazione tra parti sociali e datori di lavoro. Detta Convenzione, già nel 1981, aveva previsto che il termine “salute”, in relazione al lavoro, fosse da intendere non soltanto quale assenza di malattia o di infermità, ma che dovesse includere “anche gli elementi fisici e mentali che influiscono sulla salute e che sono direttamente legati alla salute e alla sicurezza sul lavoro” (art. 3, lett. d).
Il successivo protocollo del 2002 ha integrato la previsione normativa mediante l’obbligo di implementazione dei dati con metodi di raccolta e analisi statistiche, al fine di monitorare l’incidenza degli infortuni sul lavoro e sulle malattie professionali, primo passo per poter individuare delle politiche concrete di prevenzione degli stessi. La Convenzione n. 187 del 2006 ha, invece, ad oggetto un quadro promozionale per la salute e la sicurezza, volto allo sviluppo di una cultura nazionale della prevenzione della salute e della sicurezza, in cui sia rispettato, a qualsiasi livello, il diritto ad un ambiente di lavoro salubre e sicuro. Ciò, attraverso sistemi istituzionali con uno o più organi consultivi nazionali, con servizi di informazione e di consultazione, con servizi sanitari sul lavoro, con ricerca, con collaborazione tra sistemi di assicurazione sociale etc.
In Italia, il contenuto delle Convenzioni OIL ratificate il 3 luglio scorso è già presente nella Costituzione e nella legislazione nazionale, a differenza di quanto accada in molti Paesi emergenti, dove la sensibilità verso i temi della tutela dei lavoratori e delle politiche sociali non è ancora particolarmente sviluppata.
Nell’ordinamento italiano, il tema della salute e sicurezza sul lavoro è sancito agli artt. 32 e 41 della Costituzione e regolato, in generale, dall’art. 2087 c.c. e dall’art. 9 dello Statuto dei Lavoratori, oltre che dalla normativa penale. Fondamentale disciplina di riferimento è quella portata dal D.Lgs. n. 81/2008 che si basa in particolare sui principi volti alla prevenzione, riduzione e valutazione dei rischi, nonché alla limitazione dell’uso di agenti chimici, fisici e biologici sui luoghi di lavoro, al coordinamento di controlli sanitari periodici associati alla vigilanza sull’applicazione di misura di sicurezza adatte, all’individuazione dei c.d. “soggetti responsabili” dell’adempimento degli obblighi normativi, etc.
Ciò che, tuttavia, vale anche per il nostro ordinamento è la necessità del costante aggiornamento. Malgrado, infatti, la legislazione italiana sia all’avanguardia nel mondo, le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto nel primo quadrimestre 2023, pur in diminuzione rispetto agli anni precedenti, rimangono un numero consistente (nel 2023 sono state 264, tre in più rispetto alle 261 registrate nel primo quadrimestre 2022, 42 in meno rispetto al 2021, 16 in meno rispetto al 2020 e 39 in meno rispetto al 2019 – https://www.inail.it/cs/internet/comunicazione/sala-stampa/comunicati-stampa/com-stampa-open-data-aprile-2023.html).
Non si può, inoltre, non tener conto del fatto che, negli ultimi 20 anni, sono cambiate anche le modalità di svolgimento dell’attività lavorativa, le tecnologie e, con esse, i rischi a cui sono sottoposti i lavoratori, sia sul fronte degli infortuni, che delle malattie professionali. La prevenzione, quindi, per essere un concreto veicolo di salute e sicurezza sul lavoro deve passare da un continuo aggiornamento, oltre che dalla sensibilità di chi gioca questa partita, datori di lavoro e lavoratori, ciascuno per la sua parte.

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