Good save the Queen (and the Royal Library)

Good save the Queen (and the Royal Library)

A cura della Redazione Biblioteca

4,1 miliardi: questa la stima del numero di spettatori che in tutto il mondo hanno assistito con commozione ai funerali di Elisabetta II, regina bambina, che ha attraversato con maestà il secolo breve, ben prima che si chiamasse così, fino ad allungarne i confini nel terzo millennio. Elisabetta è scomparsa lo scorso 8 settembre, due giorni dopo aver conferito l’incarico alla nuova Prime Minister Liz Truss. Come ha detto la BBC, Elisabetta è “entrata nella storia dopo aver fatto la storia”. Il funerale di Stato si è officiato nell’abbazia di Westminster davanti ai potenti della Terra. Poi il trasferimento nel castello di Windsor, dove è stata tumulata nella cappella di famiglia di St. George: accanto all’amato consorte Filippo, al padre, alla madre, alla sorella Margaret. Ora tocca a Carlo III, re anziano, portare il peso della corona e definirne le sorti.

Ma se la storia della casata dei Windsor e della famiglia reale è nota al mondo, anche grazie alla fortunata serie Netflix The Crown, forse non tutti sanno che nel castello di Windsor si custodisce la parte più cospicua della biblioteca e degli archivi reali, l’ultima grande biblioteca reale al mondo a conservarsi ancora intatta. Si tratta di una collezione di più di 200,000 pezzi che includono non solo manoscritti e libri rari, ma anche musica, medaglie, monete. La biblioteca racchiude inoltre le carte private della monarchia inglese dal 1914 oltre che di sovrani storici, come Giorgio III, Giorgio IV e gli Stuarts. Il prezioso fondo è normalmente accessibile solo al personale dello staff della Regina (ora del Re), ma è possibile consultarlo previa autorizzazione e di norma quando il sovrano non è presente al Castello. Non è possibile prendere in prestito alcun pezzo dalla biblioteca.

Tuttavia, le collezioni reali non si limitano al castello di Windsor: il Royal Collection Trust, con un sito web assai dettagliato, comprende tesori conservati a Londra, nelle sale di Buckingham Palace, e a Edimburgo. Gallerie di capolavori dal Rinascimento ai giorni nostri, mostre sull’arte giapponese e sui gioielli della regina, tour guidati attraverso le residenze reali. Negli ultimi anni la regina si era impegnata particolarmente nel promuovere la digitalizzazione del patrimonio per far conoscere la storia e l’importanza della monarchia a livello globale e specialmente ai giovani: emblematico e affascinante è il caso della “Collezione perduta di Carlo I”, cui è dedicata una esibizione virtuale. Durante il suo regno, Carlo I aveva messo insieme una raccolta d’arte magnifica, con l’intento di superare quella di chiunque altro al mondo. Dopo la sua decapitazione, nel 1649, questa splendida collezione fu venduta e dispersa in tutta Europa. Ora è possibile “visitarla”, anche in 3D: quasi la metà dei pezzi che la componevano sono stati individuati nella loro attuale collocazione e fotografati per essere disponibili alla fruizione online. Ecco allora che la modernissima Elisabetta consegna a Re Carlo un’altra importante eredità da preservare e coltivare.

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