
A cura della Redazione Biblioteca
Dopo l’intervallo dovuto alla pandemia e i tentativi, necessariamente limitati, di far ripartire le macchine, finalmente torna a Milano – in programma dal 6 al 12 giugno 2022 – la Design Week, il Salone del Mobile, che animerà la Fiera e tutta la città con i numerosi eventi del Fuorisalone. Il tema di quest’anno è un tema “filosofico”: Tra spazio e tempo. Lo spazio e il tempo – due dei più dibattuti argomenti nella storia del pensiero – sono oggi le due dimensioni fondamentali dell’abitare e del lavorare, che il design è chiamato a ripensare nell’era post-Covid. Immaginare i nuovi equilibri che si sono creati tra spazi fisici e spazi virtuali è una sfida epocale che investe numerosi ambiti di competenza e che scommette sulla direzione, ancora molto incerta, che prenderà il mondo nei prossimi anni.
Ripensare le dinamiche tra gli spazi domestici e quelli professionali significa ragionare sul concetto stesso di smart working, una pratica che di fatto ha “rimpicciolito” le nostre case e “reso troppo grandi” i nostri attuali uffici, ha ridotto drasticamente l’uso del trasporto pubblico, ha provocato un enorme cambiamento nelle abitudini quotidiane (si pensi ad esempio alla formazione professionale) e, in casi non proprio sempre virtuosi, ha contaminato il tempo del lavoro con il tempo della vita personale. Il co-working pre-pandemia ha così lasciato il passo, dopo il Covid, a un proliferare di riunioni online entro stanze virtuali condivise, cui si intervalla un lavoro solipsistico condotto davanti al computer. Che cosa accadrà ora dipende da molti fattori, a partire dai provvedimenti di livello nazionale, ma anche dalle proposte che verranno dalle aziende. E se da una parte il digital sarà senz’altro al centro della riflessione, l’altro pilastro di una progettualità declinata intorno ai concetti di ‘spazio’ e ‘tempo’ non potrà che essere la sostenibilità.
Attesissime le installazioni promosse da aziende come Porsche (The art of dreams a Palazzo Clerici, Brera) o Subaru (Peace of Mind Lounge, Via Tortona – Largo delle Culture). Prototyping Utopias, la progettazione di “non-luoghi” e “non-spazi” ideali, sostenibili e condivisi è al centro del percorso pensato dal distretto delle 5Vie, all’insegna di pace, solidarietà, creatività, con un messaggio che evidentemente ha voluto ripensare i progetti in mostra alla luce della più recente contingenza internazionale. Inevitabilmente la crisi globale irrompe nel clima festoso che segna questa 60° edizione del Salone: i grandi assenti saranno, per i tristemente noti motivi, Russia e Cina – l’una a causa della guerra, l’altra ancora in preda alla pandemia. Il peso di queste assenze (particolarmente sentito tra le aziende del lusso), tuttavia, non spaventa la giovane neo-presidente della manifestazione, Maria Porro, eletta lo scorso anno e con un curriculum di eccellenza alle spalle, tra scenografia, progettualità di eventi e design storico. Da una parte sarà necessario muoversi per aprire nuovi mercati e dall’altra – forse l’aspetto più importante – sarà bene lavorare per “orientare” il mondo e le scelte future dei diversi governi anche attraverso un ripensamento dei modelli che la collettività desidera perseguire nella propria vita quotidiana: modelli che riescono a trovare voce concreta proprio nelle giornate del Salone di Milano.