A cura della Redazione Biblioteca
Tra il 1338 e il 1339, come attestano i contratti conservati presso l’Archivio di Stato di Siena, Ambrogio Lorenzetti fu pagato dal Governo dei Nove per la splendida opera pittorica che realizzò nella famosa Sala della Pace del Palazzo Pubblico della città. Si tratta del ciclo delle allegorie del Buono e del Cattivo Governo, uno degli affreschi più noti del Gotico italiano: in esso domina la grande figura della Iustitia, che presiede al Bene comune coadiuvata da Concordia. Nella Siena del Trecento, al massimo dello splendore, quando l’espansione urbanistica e la gestione del Comune richiedevano grandi visioni, Lorenzetti consegnava ai posteri un manifesto di fortissimo impatto filosofico, ma anche, in qualche modo, emotivo: il Buon Governo guidato da Iustitia è la migliore forma di convivenza umana e deve garantire il corretto esercizio di diritti e di doveri.
Significativamente tale immagine venne scelta nel 1952 come copertina del volume Il diritto alla salute in un sistema di sicurezza sociale, opera di Carlo Lega presente nella nostra Biblioteca con il numero 3802 del fondo Grassetti. Il volume, scritto nel Dopoguerra – quando questioni come la protezione della salute ancora non erano state affrontate in modo sistematico – ci fornisce spunti interessanti di riflessione e riporta una volta ancora a vicende di grande attualità: una per tutte, la questione dei vaccini, che continua a riempire le pagine dei quotidiani e a suscitare opinioni contrastanti. E proprio a chi volesse cimentarsi su un tema controverso come questo il libro offre una disquisizione teorica di grande utilità: la dialettica tra diritto alla salute e dovere contrattuale di curarsi; il diritto-dovere dello Stato di intervenire per la tutela della salute concepita come uno dei suoi fini istituzionali; il diritto alla salute come diritto di libertà espressamente sancito nell’art. 32 della Costituzione.
Ma a questa riflessione, legata come si vede ad aspetti propriamente medici, si aggiunge un altro elemento chiaramente trattato nel libro e che oggi siamo tristemente obbligati a ricordare, dopo la tragedia di Genova: il diritto alla salute inteso come comprensivo anche di diritti ad esso affini, quali il diritto alla integrità fisica dell’individuo che lo Stato deve garantire ai suoi cittadini dal momento che questi costituiscono fisicamente il corpo stesso dello Stato.
Il Ponte Morandi e le polemiche sui vaccini, mentre il libro veniva pubblicato, erano ancora molto lontani. Ma la riflessione sulle responsabilità dei singoli verso la collettività, sui doveri dello Stato verso i singoli, sull’equilibrio tra interesse pubblico e privato così come tra obbligo e libertà dell’individuo era ampiamente cominciata e, come si vede, continua a dover essere coltivata, a partire anche dai nostri scaffali.