Commento a cura dell’avv. Antonio Cazzella – Trifirò & Partners Avvocati
Con sentenza n. 16135 del 28 luglio 2020 la Corte di Cassazione si è pronunciata sulla domanda di un lavoratore che aveva chiesto di accertare l’illegittimità della revoca unilaterale, da parte del datore di lavoro, dell’erogazione dei buoni pasto.
In particolare, secondo la prospettazione del lavoratore, il buono pasto doveva considerarsi parte integrante della normale retribuzione, anche in conseguenza di una “legittima aspettativa” derivante dalla reiterata e generalizzata prassi aziendale protrattasi dal 1999 al 2006.