Commento a cura dell’avv. Antonio Cazzella – Trifirò & Partners Avvocati
La recente sentenza n. 13411 del 1° luglio 2020, pronunciata dalla Corte di Cassazione in una fattispecie di licenziamento disciplinare, offre lo spunto per una breve riflessione sulla nozione di insubordinazione elaborata dalla giurisprudenza di legittimità.
Nel caso esaminato, è stata confermata la decisione della Corte di merito, che ha ritenuto legittimo il licenziamento di un lavoratore, il quale aveva minacciato la responsabile dell’ufficio amministrativo nel corso di una discussione, insorta per la restituzione di una chiavetta utilizzata al distributore di caffè; in particolare, il lavoratore aveva chiuso la porta dell’ufficio della responsabile, pronunciando la frase “prima o poi, in sede più consona, dovrò farti un discorso” e puntando il dito contro l’interlocutrice.